IN SILENZIO
Io e te,
mano nella mano,
camminiamo verso il sole
guardandoci in silenzio.
Le nostre orme
sono raggi di luce,
nel loro chiarore, riflesso
osservo il tuo viso
dolcissimo
che m’incanta,
in silenzio.
Siamo solo noi due,
creati l’uno per l’altra,
rapiti da questo sole immenso.
Un amore senza fine,
grande più di noi,
ci trascina via lontano
e tu esisti ormai dentro di me
ti sento in ogni parte del corpo,
tu sei l’aria che sto respirando,
sei la mia stella che brilla nel cielo.
Vicinissimi,
avvolti dal calore,
noi ci amiamo
sfiorandoci in silenzio.
Siamo in viaggio da qui all’eternità,
eroi di un sogno in questo breve vivere,
non svegliamoci mai!
ed ora in quest’istante magico,
tu ed io siamo un solo essere
non so più dove finisci tu e comincio io,
dove si dilegua il sogno e appare la realtà.
Ora tutto acquista un senso
e finalmente scopriamo insieme
che c’è qualcosa di noi,
un motivo per vivere.
Non siamo più soli,
finchè mi starai vicina
saprai tutto di me,
avrai il meglio di me stesso
e tu con me sarai sincera.
Stringimi la mano più forte,
sei l’unico scudo tra me e il mondo,
ho bisogno di te per non morire.
IO L’HO VISTA
Io l’ho vista
quand’ero ancora adolescente
e mi sentivo solo,
in quel freddo pomeriggio d’inverno
nel silenzio
in quella grotta buia coperta da fronde.
L’ho vista
nella sua nudità d’angelo
librarsi in volo con le sue ali dorate,
mi ha parlato
con la sua voce dolce e suadente.
L’ho vista, lo giuro!
anche se nessuno mi vuol credere,
mi ha detto di non svelare il suo segreto
che da allora è anche il mio.
Nella notte delle stelle cadenti
sono tornato nel punto dove mi è apparsa
ma non ho veduto più nulla
silenzio assoluto anche del vento,
ma una luce brillante si è accesa
subito dopo che sono andato via.
L’ALBA DELL’UOMO
Da un chiarore lontano
spunta l’alba
repentinamente
e colora di luce il nuovo mondo.
Intorno,
piante stecchite
animali selvatici
grotte e caverne buie.
Si svegliano anche gruppi di scimmie
sono nude come vermi della terra,
schiamazzano
litigano
si riuniscono.
Qualcosa sembra dire loro:
“uniamoci
e combattiamo insieme”.
Una battaglia che durerà nei secoli
sino alla fine dell’universo
se fine ci sarà.
“L’INFINITO” |
(Dalla lirica omonima di G. Leopardi) |
Ti ho sempre amato
colle! solitario come me. Ti ho sempre amata siepe! che mi fai aprire l’anima verso l’orizzonte me lo nascondi ma me lo fai amare immaginando spazi infiniti. Ho sempre amato questo posto, il suo sovrumano silenzio, la sua profondissima quiete, e il tenue soffio del vento tra gli alberi, e la dolcezza di queste piante che dormono. E mentre sono seduto e guardo lontano, mi tornano in mente le stagioni fuggite, l’ora presente, l’eternità, Ed è dolcissimo perdersi nell’immensità della natura. |
LA BELLEZZA DEL SILENZIO
Chiuso in un silenzio
senza fine
la solitudine mi fa compagnia.
È bello il silenzio
è di una bellezza
che fa paura.
LA BESTIA RARA
Sguardi sconosciuti,
persone che mi scrutano,
che ridono guardando
verso di me o nel vuoto.
Non so…
in qualunque caso
sono persone come altre
che seguono la massa.
Alcune mi fissano
come se fossi una bestia rara,
a volte mi fanno paura
sembra che mi disprezzino,
che vogliano farmi del male.
Forse solo perchè mi distinguo dal gregge
e sono per inclinazione
fuori dal coro.
Ma io non sono nato per far fare numero
o per consumare ossigeno prezioso,
ho un’anima con me anch’io,
preziosa e brillante più di un tesoro,
io e Dio soltanto
sappiamo bene il valore che ha.
LA FINE DELLA CICOGNA
Un serpente velenoso
s’insinua vischioso nel mio giardino d’infanzia,
due mani sporche di fango,
maliziosamente,
rubano al mio impubere corpo
l’innocenza.
Sui miei occhi appena aperti
calano inesorabili ombre
senza più luce.
I sorrisi ingenui delle fate
divengono
tentacoli della paura.
Muore sbocciando
quel fiore reciso
che non crescerà più.
Mi hanno ucciso la cicogna
e con lei anche Gesù Bambino.
LA LUCE DEL COSMO
Come per magia
il divino traluce
o affiora ai margini del mistero sovrasensibile
e la mia anima s’insinua
tra sensazioni terrene e misteri dell’essere,
nelle cose che l’occhio può scoprire mutate
in una luce e un suono
insospettato, nuovo, più profondo.
Sento nascere in me
il bisogno di illuminare con la luce del cosmo
le cose infinitamente piccole.
La mia anima così si fa largo
e nello spazio che mi creo
c’è il senso del tempo, del moto, del divenire
e insieme del mistero
che avvolge il mondo delle sensazioni.
Entro in contatto
con tutto ciò che ignoro, intravedo, avverto
e soltanto in quell’istante,
sia pure con animo turbato,
riesco a capirmi.
“LA POESIA DEL GABBIANO” |
E’ arrivata esultante
la stagione del gabbiano, è tempo d’emigrare verso terre lontane per scoprire nuovi segreti, nuove sensazioni. Un nuovo giorno è oggi, per spiccare il volo sulla superficie del mare aperto, sull’orlo dell’oceano, per volteggiare sulla cresta dell’onda. Vola nel vento gabbiano! vola più in alto che puoi, non ti fermare. La mia penna saranno le tue ali, i miei versi la tua scia.
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LA SPOSA DEL MARE
Il suo corpo appartiene solo al mare
fedele sposa e amante del potente Nettuno.
Avanza elegante tra schiere di delfini
nel suo abito bianco,
spuma di cristallo
come velo d’argento
dal riflesso lunare.
Avanza la sposa sopra le onde,
cadono fiori dal cielo stellato, cielo che si confonde col mare,
brezze di vento
alitano accanto,
leggero un profumo di conchiglie si diffonde sulle coste.
E’ un rito la sua danza
sulle acque in controluce,
lontano si ode un canto.